FRANCESCO PONTICELLI – 6tet ELLIPSES
UN TUBO JAZZ NIGHTS / 20 MARZO
FRANCESCO PONTICELLI – ELLIPSES
(2014, Tuk Music – Paolo Fresu)
Dan Kinzelman-sax, clarinetti, strumenti giocattolo
Mirco Rubegni-tromba, corno, bombardino, strumenti giocattolo
Francesco Diodati-chitarre
Simone Graziano– piano
Francesco Ponticelli-contrabbasso, basso acustico, basso elettrico, elettronica (in tutte le tracce)
Enrico Morello-batteria
“Butterflies and zebras and moonbeams and fairy tales. Jimi Hendrix
Grazie a Paolo Fresu per la sua curiosità e generosità, a Gianluca Petrella per l‘ispirazione,
a Vic e Stefania, a Roberto Lioli, a Gabriele Ballabio,
a Giovanni Guidi per il suo savoir faire, e last but not least, agli splendidi musicisti che hanno suonato in questo CD per averci dato sinceramente dentro.” -Francesco Ponticelli
Mentre stava nascendo il quartetto di Francesco Ponticelli, nel 2011, con Enrico Zanisi, Enrico Morello e Dan Kinzelman, da Gianluca Petrella giunse l’input di lavorare sulla fusione tra il suono acustico e l’elettronica. Così, con in una mano qualche spartito appena scritto e nell’altra un AKAI appena acquistato, il progetto ha cominciato a prendere forma, essenzialmente come ricerca di un suono.
Il gruppo ha messo in discussione l’idea di registrazione neutrale del suono acustico di un quartetto jazz, affrontando il tema “studio” come un’avventura a parte, che non è la ripetizione di altre esperienze. Per quanto sia stato largamente usato Pro Tools, c’è poco di artificiale; a riprova che non è il mezzo a creare il contenuto.
Nel disco, insieme al quartetto, sono stati invitati vari ospiti, Luisiana Lorusso alla voce e al violino, Francesco Diodati, Mirco Rubegni e John Arnold. Una grande tavolozza timbrica con artisti che hanno sempre fatto una ricerca personale sulla musica e che hanno sempre cercato di non chiudersi in linee di confine estetiche definite.
La scelta di chiamare vari ospiti e dare un suono diverso ad ogni brano è venuta per l’esigenza di integrare in modo strutturale l’elettronica. Per questo la cura del suono è il leitmotif del disco, predominante sull’improvvisazione più aperta che è invece il fulcro della musica del gruppo in concerto.
Solo alcune sovrincisioni di elettronica sono state fatte da John Arnold (loop ed effetti digitali), mentre Francesco ho suonato “live” gran parte dei campioni, lavorato con i synth, e curato l’editing.
Sono tutte composizioni del leader, eccetto gli ultimi due minuti dell’ultima traccia, in cui ha orchestrato l’inizio del primo concerto per violino di Shostakovich.
-INGRESSO E CONSUMAZIONE 10 / 5 STUDENTI E JAZZIT